Consulenza fiscale per investimenti a Dubai
Cosa c’è da sapere se si vuole investire a Dubai
Preliminarmente è necessario evidenziare che la Federazione emiratina ha competenze normative e poteri in materia di difesa, affari esteri, educazione e salute, ogni singolo emirato legifera in maniera indipendente su altri settori pubblici come quello fiscale. Ne deriva che non esiste un’unica normativa federale sulla tassazione negli Emirati, ma legislazioni approvate dai singoli emirati che lo compongono.
In particolare, in materia di imposte dirette, soltanto gli emirati di Dubai, Abu Dhabi e Sharjah si sono dotati di una normativa organica: l’Abu Dhabi Income Tax Decree del 1954 emendato dall’Abu Dhabi Income Tax decree n. 4 del 1972, il decreto sulla tassazione sul reddito dell’Emirato di Sharjah del 1968 e il Dubai Income Ordinance del 1969 seguito dal Dubai Income Tax Decree del 1970.
E’ interessante notare come di fatto queste normative non vengano applicate; un sistema di tassazione diretta vige solo per le società operanti nel settore petrolifero, del gas e petrolchimico (con aliquota fino al 55%) e filiali di banche estere (fino al 20%).
La tassazione diretta delle società è l’unica imposta diretta presente negli Emirati anche se limitata ai settori sopra specificati. L’imposta è tendenzialmente applicabile all’utile netto prodotto in loco da tutti gli enti e le società, con o senza personalità giuridica, branch, filiali e stabili organizzazioni di soggetti stranieri ce operano negli EAU.
Tale tassa incide sull’utile per un minimo del 10% (per i redditi da 1 milione a 2 milioni di AED) ad un massimo del 55% (per redditi otre i 5 milioni di AED)
Quanto alle contribuzioni sociali, queste non sono previste per gli stranieri. Soltanto le imprese che impiegano cittadini con passaporto emiratino sono obbligate a versare agli stessi una quota del salario, corrisposto in appositi fondi pensione. Tale quota varia in proporzione al salario ricevuto ed è pari al 15% per i datori di lavoro pubblici, al 12,5% per i datori di lavoro privati e del 5% per i dipendenti.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno recentemente dichiarato che il Paese introdurrà imposte fiscali indirette e nel particolare IVA pari al 5% dal 1° gennaio 2018 sebbene sia prevista una limitazione su alcuni prodotti come gli alimentari di base, l’assistenza sanitaria e l’educazione.
La tassazione al 5% entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2018 anche negli altri PAESI DELL’AREA DEL Golfo o entro il 1° gennaio 2019 al massimo.
Tutti i Paesi del Golfo si ritrovano nella fase di approvazione del lungo e anticipato quadro comune che prevede l’introduzione di un sistema nazionale di imposta a valore aggiunto (IVA) in tutto il GCC. L’IVA aiuterà i governi a garantire piani per le diversificazione economica allontanandosi gradualmente dalla dipendenza delle risorse petrolifere.
In vari Emirati è prevista una tassa di proprietà calcolata sul canone di locazione dell’unità immobiliare che un soggetto ivi presente conduce in locazione, con un’aliquota che oscilla fra il 5% e il 10%.
L’unica tassa sui consumi presente invece è applicata a strutture di ricezione e ristorazione ai quali è richiesto di applicare al proprio onorario una tassa varia dal 5% al 10%.
Quanto ai dazi doganali, per l’importazione della maggior parte dei beni nell’area GCC, ad eccezione di alcool e tabacco per i quali vengono applicati dazi doganali maggiorati, è fissato un dazio del 5%. I beni, una volta introdotti in area GCC, non sono piu’ sottoposti a tassazione nel caso transitino nei 6 Paesi membri.
Infine non esiste imposta di registro per il trasferimento di beni mobili, quanto ai beni immobili è applicata un’imposta sulle compravendite pari al 4% dovuta al 50% tra il venditore e l’acquirente.